Uno stadio pieno. L’entusiasmo dei tifosi sempre grande. I grandi giocatori in campo. I valori dello sport rispettati. Oggi in Italia sarebbe impensabile veder questo. Nonostante il titolo di vice-campione di Europa della Nazionale, il calcio italiano è in crisi.

Se andate a vedere una partita di calcio in Italia, è impossibile che non lo notiate. Gli stadi sono sempre più vuoti. Con il famoso derby Milan-Inter, si faceva sempre il pienone allo stadio. Quest’anno il Milan ha dovuto fare una campagna sul web per riempire interamente San Siro. Una cosa che sarebbe sembrata una follia qualche anno fa. Ma di chi è la colpa?

Questa fuga è prima di tutto una conseguenza della partenza dei migliori giocatori dal campionato italiano. Già 2 anni fa il Presidente dell’Uefa ed ex-giocatore della Juve, Michel Platini, spiegava giustamente, che quando un grande giocatore vede stadi vuoti, cala la motivazione di venire in Italia. E poi gli spettatori non vengono più negli stadi poiché i grandi giocatori sono andati via. Si può riassumere così il circolo vizioso in cui è bloccato il calcio italiano. A Milano era stato Zlatan Ibrahimovic ad attirare il pienone. Ora lo svedese è a Parigi. Con un rapporto capienza/spettatori vicino al 50%, l’Italia non può competere con i 90% dell’Inghilterra, il primo campionato europeo.

A questo si aggiunge la violenza che si fa sempre più presente. In Italia tutti i tifosi si ricordano del poliziotto ucciso nel 2007 durante il derby siciliano Catania-Palermo . Inoltre, non bisogna dimenticare l’impatto della crisi economica sul numero di spettatori. Gli italiani non hanno più soldi per comprare i biglietti, il cui prezzo rimane alto (attorno ai 25 euro per una partita del Milan). Quest’estate, quando ha lasciato il Milan, Zlatan Ibrahimovic ha dichiarato: «In Italia non c’è più futuro». Forse ha ragione.

Con le vendite al Paris Saint Germain (Psg) di Zlatan e Thiago Silva , il difensore centrale brasiliano, il Milan ha risparmiato 150 milioni di euro su 2 anni, secondo il presidente del club Silvio Berlusconi. Ma il risultato è che il livello della Serie A è diventato più basso del campionato francese. Mentre dovrebbero conservare i suoi giovani talenti, i club decidono di vendere al Psg dei giocatori come Marco Verratti, considerato da tutti il nuovo Pirlo, o Javier Pastore, il giocatore argentino. Anche l’allenatore italiano Carlo Ancelotti si è sistemato a Parigi. Questa volta sarebbe colpa di Leonardo, l’ex-tecnico dell’Inter oggi direttore sportivo parigino, perché attira i migliori giocatori dalla Serie A in Francia utilizzando la sua grande influenza. Salari più alti, stadi più riempiti, meno insicurezza, la loro decisione si capisce facilmente. Soprattutto se vogliono evitare gli scandali successivi che scoppiano nel calcio italiano.

Quello che viene chiamato lo scandalo del Calcioscomesse rimane tuttavia un fenomeno oscuro. Come nel Caso Moro, non si sa più chi dice la verità. Alcuni enormi scandali erano già scoppiati negli anni 1980 (lo scandalo chiamato «Totonero»), 1986 e 2006 («Calciopoli»). Più recentemente, le inchieste sono ricominciate e quest’anno, i due difensori della Nazionale, Domenico Cristo e Leonardo Bonucci, sono stati arrestati.

Il rinnovo sembra impossibile in questo contesto. Allora, ci sono ancora speranze per il calcio italiano? L’Italia non è l’unico paese dove ci sono degli scandali legati alle scommesse: nell’ottobre 2012 alcuni giocatori francesi di pallamano come Nicola Karabatic, due volte campione olimpico, sono stati arrestati per questi motivi. Ma va sottolineato che nonostante le difficoltà la Nazionale ha dimostrato che l’Italia resta una grande squadra. Infatti, negli Europei 2012 in Polonia ha lasciato un segno la squadra di Andrea Pirlo e tutti gli altri.

Ma sarà sufficiente a rialzare il calcio italiano?

                                                                    M. Rivoire