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La campagna per le elezioni presidenziali è ufficialmente cominciata. La settimana scorsa Nicolas Sarkozy ha annunciato pubblicamente la sua candidatura, completando la lista dei concorrenti in lizza per il posto di presidente.

Vista attraverso gli occhi di un'italiana, la campagna sembra, per il momento, piuttosto blanda: niente insulti, niente proclami vanagloriosi, nessun attacco alla vita privata, solo qualche uscita maldestra, come quella di François Hollande che ha definito Sarkozy un mascalzone, scatenando la reazione dei media.

Inutile dilungarsi in pronostici e previsioni, visto che, a questo punto della competizione elettorale, la partita è ancora aperta. Certo, i sondaggi danno François Hollande come favorito, con il 32% delle preferenze, contro il 26% di Sarkozy, ma tutto può ancora succedere. Resta ancora l'incognita Marine Le Pen: riuscirà a raccogliere le 500 firme (di sindaci e rappresentanti di province e dipartimenti) necessarie per presentarsi alle elezioni? Nel caso in cui dovesse riuscirci, ripeterà l’exploit di suo padre del 2002, approdando al secondo turno?

Le incertezze sono ancora molte. Una cosa però è sicura: il futuro presidente erediterà una situazione complessa. Le sfide che dovrà affrontare sono maggiori, in questo contesto internazionale dominato dalla crisi economica, con l’euro e l’Unione Europea sull’orlo del baratro.

Dal punto di vista economico, i problemi francesi non sono dissimili da quelli italiani: la disoccupazione, il debito pubblico e la necessità di riforme per stimolare la crescita sono all’ordine del giorno.

Anche la Francia, infatti, deve affrontare l’aumento della disoccupazione, sebbene con tassi inferiori a quelli italiani, ed una crisi produttiva su larga scala. Il compito del futuro presidente sarà quello di dare una risposta convincente a milioni di disoccupati ed evitare la spirale della recessione, causata dal calo del potere l’acquisto e dalla conseguente stagnazione dell’economia. Dovrà inoltre varare le famose misure per la crescita, più una chimera che una realtà per il momento.

Per quanto riguarda la politica estera, una delle questioni più controverse è il rapporto tra la Cancelliera tedesca Angela Merkel e Sarkozy. Infatti, l’attuale presidente ha voluto creare un asse franco-tedesco all‘interno dell‘Unione Europea, che però diventa sempre più pericoloso per la Francia. Essa, infatti, fa parte di quei paesi che potrebbero beneficiare di una politica economica europea meno germanocentrica. Fino ad ora, Sarkozy ha assecondato le scelte europee della Merkel, anche se delle politiche diverse avrebbero giovato maggiormente alla Francia ed a altri paesi della zona euro. Il Governo tedesco dovrebbe stimolare la domanda interna, attraverso l’aumento degli stipendi, ed accrescere le importazioni, per permettere agli altri paesi europei di approfittare del dinamismo della sua economia. Ma queste misure richiedono un cambiamento radicale nella politica economica tedesca. Il futuro presidente continuerà la stessa politica accondiscendente o tenterà di convincere la Merkel della necessità di tali cambiamenti per il bene comune dell’UE?

Un’altra questione è stata portata violentemente all’ordine del giorno dall’incidente di Fukushima: la sicurezza e il futuro del nucleare. Mentre alcuni Paesi, come la Germania, hanno rimesso in questione le loro scelte dal punto di vista energetico, Sarkozy si è limitato a promuovere degli stress test per mettere alla prova le centrali più obsolete, senza riconsiderare il futuro nucleare della Nazione. Resta da chiedersi se il futuro presidente continuerà sulla stessa linea o punterà invece sullo sviluppo delle energie rinnovabili.

Negli articoli che seguono esamineremo i programmi dei partiti, dal punto di vista economico e politico, per evidenziare quali risposte i candidati hanno saputo trovare ai problemi reali della Francia contemporanea.

Lavinia C.