america

Oggigiorno la cultura americana è influente in tutto il mondo. La sua rapida espansione è legata alla mondializzazione e alla diffusione dei propri valori – che sono la libertà, la riuscita, l’amore e l’indipendenza (valori condivisi da tutti) – che ne fanno la prima cultura più diffusa nel mondo. Questo fenomeno d’americanizzazione della società è une termine utilizzato per descrivere l’influenza degli Stati Uniti sulla vita dei cittadini degli altri paesi mondiali. Inoltre, questa cultura si inserisce nei diversi stili di vita delle altre nazioni e cambia la loro propria cultura nazionale. Quest’influenza oggi si sta amplificando…
Oggi infatti è possibile una libera circolazione dell’informazione e la condivisione degli elementi che caratterizzano le culture dei diversi paesi con internet che contribuiscono all’egemonia della cultura americana. Dunque, è la popolazione giovanile europea ad essere maggiormente influenzata dall’« American Way of Life ». Un fenomeno che crea dibattito, e che preoccupa i sociologi francesi e italiani che hanno paura della perdita della nozione di cultura e identità nazionale per una sola e unica cultura completamente influenzata da quella degli Stati Uniti.

Ma quest’egemonia della cultura americana in Europa non è un fenomeno recente. Difatti, alla fine delle Seconda Guerre Mondiale, il piano Marshall è stato creato per aiutare la ricostruzione dell’Europa che aveva sofferto molto durante la guerra. Con questo piano, gli Stati Uniti hanno potuto lasciare una forte impronta sul territorio europeo. Difatti, questo aiuto non era solo di tipo industriale. Per esempio in Francia, l’egemonia culturale degli Stati Uniti è stata possibile con l’accordo « Blum- Byrnes » che nel 1946 autorizzava la diffusione di film americani nelle sale cinematografiche francesi. Gli Americani hanno visto in questa misura un mezzo per diffondere l’idea dell’« American Way of Life » e l’idea secondo la quale tutto è possibile con il lavoro, il coraggio e la determinazione. Hanno anche potuto trovare degli sbocchi commerciali con la commercializzazione dei prodotti di grande consumo che erano presenti nei film ( coca-cola, gomma da masticare ecc.).

Oggi, degli studi italiani dimostrano che sono soprattutto gli adolescenti ad aderire all’«American Way of Life ». Infatti, in Italia, c’è la volontà di vestirsi, d’imitare gli idoli dei film americani (film che hanno una distribuzione mondiale importante, più della metà dei film diffusi in Europa sono americani e questa proporzione cresce al 65% in Italia.) Questo fenomeno si spiega con la diffusione dell’informazione e la divisione della cultura. Per i sociologi, la cultura americana è anche molto diffusa dai media usati in modo particolare dagli adolescenti, dunque è normale che la gioventù attuale sia molto sensibile e influenzata dai valori della cultura americana. Adottano tutti i codici del vestiario per avvicinarsi ad uno stile di vita che fa sognare. Rispondono positivamente ai codici della cultura americana perché pensano che sia la migliore cultura possibile. Alcuni specialisti si preoccupano anche della diffusione della cultura americana a scapito della cultura italiana : con i suoi effetti di moda e l’influenza che può avere sul mondo attuale, hanno paura di perdere gli elementi culturali del loro proprio paese, o ancora peggio la sua Storia. Perché è la Storia che determina il nostro stile di vita, i nostri costumi e la nostra cultura attuale.

Ma qual è la reazione generale europea di fronte a quest’egemonia della cultura americana ?

Nel 1991, il 37% de la popolazione in Francia afferma che « la loro società è troppo americanizzata. Il 49% della popolazione italiana pensa la stessa cosa. Nel 2001 la percentuale passa al 54% per la Francia e al 56% per l’Italia. I sociologi affermano che c’è una presa di coscienza da parte della popolazione che vede la sua cultura « invasa » dai codici di un’altra. Ma questa reazione negativa era già cominciato all’inizio di questo fenomeno.

Infatti, domenica 4 Gennaio 1948, più di diecimila persone hanno sfilato a Parigi con dei cineasti per difendere il cinema francese contro gli accordi Blum- Byrnes. I francesi avevano capito l'importanza della tutela del loro patrimonio culturale e questa battaglia ha permesso la creazione di una legge d’aiuto finanziario per il cinema francese. Con questa legge il cinema francese ha ritrovato nel 1949 un livello di sviluppo molto importante. Inoltre, sul piano del cinema europeo, un accordo di co-produzione italo- francese è stato firmato nel 1949 per un’alleanza economica e artistica per fare fronte alla presenza dei film americani sul territorio europeo.

Inoltre, oggi c’è un movimento di contestazione ed opposizione ideologica in Italia e in Francia. Un’opposizione che dimostra che alcuni paesi non sopportano questa dominazione e dichiarano Guerra ad una cultura che non è la loro. Per esempio in Francia e in Italia, ci sono dei dispositivi per proteggere la diversità culturale contro un’industria americanizzata considerata come pericolosa per la diversità. In Francia, per esempio, ci sono dei quotas di produzione che impongono ai canali televisivi di investire il 3,2% del loro fatturato annuale nella produzione di opere cinematografiche o audiovisive francesi o europee e dei quota di diffusione che impongono ai canali la diffusione di opere europee.

Per finire, in alcuni settori culturali l’egemonia americana non basta per cambiare le tradizioni dei popoli. La diffusione di film che banalizzano il divorzio nella nostra società attuale e che criticano il matrimonio e i suoi valori, per esempio, non impedisce agli italiani di fare di quest’istituzione un elemento centrale della loro vita. Nonostante tutto, il matrimonio rimane per gli italiani e anche i giovani una tappa molto importante della vita.

Si può dire dunque che l'uniformazione della cultura americana è basata su un aspetto materiale, ma non rimette realmente in causa i valori morali e spirituali delle altre culture. In qualche modo, nonostante la resistenza a questa cultura, il fenomeno di americanizzazione è presente, i suoi codici hanno trasformato la nostra vita ma non impediscono un forte affetto per la cultura di base, per le tradizioni nazionali o locali.

Justine T.